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Addio a Mario Da Vinci

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Addio A Mario Da VinciNel ricordo di Aldo Severino il sentimento verso uno dei più apprezzati artisti della canzone Napoletana.

Erano gli anni '80, adolescenza passata da poco; anche se ancora acerba,  la mia voce era già impostata, tanto da farmi guadagnare il posto di presentatore da palco. All’epoca le radio private erano vere e proprie fucine di talenti,  e il buon Matteo Stellato,  impresario di razza come pochi, mi prelevò, in un pomeriggio d’estate afoso,  da quel  luogo deputato a far girare dischi e annunciare dediche. Pochissime ore dopo ero già sulla scena. La prima di una lunghissima serie  di presentazioni  e di conduzioni da “palco”.

Fu in quel periodo che conobbi Mario Da Vinci che con il figlio Sal , dovevano chiudere  da “guest star” una festa di piazza in quel di Sant’Egidio del Monte Albino; lo ricordo quel personaggio: giovane, bravo,  capace,  con una voce stridente e potente; io poco più che ragazzino dovevo introdurlo in quella che sarebbe stata la chiusura della serata canora. Il figlio Sal, era uno scugnizzo che seguiva il papà come un’ombra, venivano da un successo mondiale "O’motorino", lui in una pausa, e comunque prima di salire sul palco, mi disse: “Guaglio’ tu si tropp bbrav….tien a voce cumm a Ninì Cortese , ( indimenticato  showman dell’etere televisivo napoletano di quei tempi )  può presentà o’ festival e Napul!”

Ho un bellissimo ricordo di queste frasi e, anche  se  negli anni molti  me le hanno ripetute , ritengo che Mario Da Vinci in quel momento me le disse con il cuore, come nessun altro del mondo artistico - napoletano avrebbe potuto dire.

Ci siamo incontrati molte altre volte su  impegni, in gergo si chiamano così le feste e gli eventi  che ogni artista ha in programma, ed ho sempre avuto una  bell’impressione di questo personaggio.

La conferma pochi anni fa ad Ischia, ero in vacanza, lui sempre elegante,  passeggiava sul Corso Vittoria Colonna  con il figlio Sal, che nel mentre era assalito da fan e curiosi;  mi avvicinai a Mario salutandolo e stringendogli la mano, lui mi disse:"Ti si fatt  gruoss pure tu! Ma o’ presentatore o fai ancor?"  Si era ricordato di me, di  quel ragazzo che quella sera gli aveva aperto e lasciato la scena, su un palco di tavole inchiodate e impolverate di periferia.

La tua voce sarà esempio e ricordo per gli appassionati della grande musica di “Canta Napoli”. 

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