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Gli "amanti di Valdaro": un abbraccio e un amore lunghi 6000 anni

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archeologiaAlle porte di Mantova, a Valdaro, cinque anni fa fu scoperto uno straordinario tesoro, era il  2007 quando ci fu un ritrovamento archeologico fuori dal comune,  roba da romanzo.

Abbracciati teneramente, le gambe raccolte e incrociate l’uno con l’altra, le braccia di lui sul collo di lei, quelle di lei sulle spalle di lui, uniti da oltre 6000 anni in una pace d’abbandono che forse è stata amore, sono gli «amanti di Valdaro», due scheletri risalenti al Neolitico.

Immaginate due adolescenti che si abbracciano affettuosamente. Immaginate gli stessi ragazzi, in un’età compresa tra i 18 e i 20 anni, rimasti immobili nel loro abbraccio  d’amore per 6000 anni.

I due scheletri , in condizioni a dir poco perfette, sono stati studiati a lungo e rappresentano qualcosa di unico al mondo, sia per l’antichità sia per la posizione in cui sono stati trovati, e recano con sé una componente di mistero, perché sul significato del loro abbraccio mortale ed eterno  non si possono che formulare ipotesi. In un primo tempo, dato che erano state trovate accanto alcune punte di silice, si era pensato che potessero essere stati uccisi. Immaginare un compagno geloso, un capo-clan irascibile, una seduzione finita molto male non è poi così strano, visto che Mantova è la città del Rigoletto, e la casa dove Verdi concepì la sua (immaginaria) vicenda è a due passi dal museo, basta attraversare la piazza. Le prime analisi, però, stabilirono che non c’erano fratture e neppure microtraumi, dunque l’omicidio era da escludere.

Restava la malattia, forse il freddo: che i due ragazzi si fossero stretti per scaldarsi a vicenda in una gelida nottata neolitica? E’ possibile, ci dice la professoressa Silvia Bagnoli, animatrice e presidente del Comitato; però il luogo del ritrovamento, una necropoli, rende la cosa improbabile, o eccessivamente romanzesca. Sembrerebbe molto più verosimile pensare che i due corpi siano stati composti in quella posizione da mani pietose, che forse volevano lanciare un messaggio, magari non a noi posteri curiosi, ma certamente agli spiriti dell’aldilà, chiudere in un tenero abbraccio quello che era stato un amore (coniugale, probabilmente: è verisimile che a quel tempo ci si «sposasse» assai presto), consegnarlo tale e quale, incorrotto, al lungo viaggio della morte.

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