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Attenzione ai falsi operatori sanitari che si propongono per tamponi preventivi per il coronavirus.

Truffatori si spacciano per paramedici e/o operatori sanitari  che effettuano gratuitamente un test per il coronavirus con l’obiettivo di accedere alle abitazioni private e derubare le persone, ad essere presi di mira soprattutto gli anziani.

Il tentativo di truffa da parte di sciacalli del coronavirus sta avvenendo su tutto il territorio nazionale, sedicenti medici e infermieri, ovviamente finti,  millantano la necessità di eseguire in via preventiva a domicilio il tampone per il Covid-19.

Si raccomanda a tutti di non lasciar accedere alle proprie abitazioni chiunque si presenti con tale motivazione, gli operatori sanitari effettuano visite ed eventuali esami a domicilio solo se allertati preventivamente dai cittadini stessi che, attraverso il medico di famiglia, il 118 o il numero nazionale 1500  abbiano segnalato sintomi sospetti o la necessità di accertamenti, nel caso allertare immediatamente le forze dell'ordine.

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il Ciclo Club Angri presenta la 36esima edizione della pedalata ecologica “Benvenuta Primavera” Domenica  22 Marzo 2020 la  39esima edizione della pedalata ecologica "Benvenuta Primavera", una manifestazione sportiva che da quasi quaranta anni coinvolge gli  sportivi angresi e gli amanti della bicicletta. 

Appuntamento in villa Comunale alle 9.30 per la partenza

Buona pedalata e buon divertimento!


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Si rinnova l’appuntamento con la rassegna letteraria “Angri che legge” e dopo l’apertura dedicata allo scrittore napoletano Pino Imperatore, venerdì 17 gennaio, alle ore 19.00, sarà lo scrittore angrese Vincenzo Ruggiero Perrino a presentare il suo ultimo lavoro “Ur-Hamlet“ presso il “Caffè Udì” in Corso Italia, 33 ad Angri.

L’evento è organizzato dai giornalisti Luigi D’Antuono, Pippo della Corte, Agostino Ingenito e Sergio Ruggiero Perrino in nome della “Associazione Giornalisti Angresi”.

"Chi è veramente William Shakespeare? Un conciatore di pelli, un drammaturgo, una spia di Sua Maestà? Quanti William Shakespeare ci sono? Chi ha scritto i capolavori teatrali sotto questo nome? Quali intrighi nascondono le azioni di Christopher Marlowe, del conte De Vere e degli altri protagonisti di questo racconto? Queste le domande che pone il racconto "Ur-hamlet" di Vincenzo Ruggiero Perrino.
La narrazione è affidata unicamente ai dialoghi tra i personaggi, e cerca di delineare una sorta di "falsa" biografia del drammaturgo inglese, fino a giungere ad una conclusione inattesa, che schiude una prospettiva sorprendentemente teatrale…".

Vincenzo Ruggiero Perrino è nato nel 1976 a Castellammare di Stabia (NA). Vive a Veroli (FR), dove lavora come funzionario avvocato del Comune. Ha conseguito il dottorato di ricerca (PhD) in Storia del teatro moderno e contemporaneo presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. In tale veste ha pubblicato alcuni saggi, la maggior parte dei quali liberamente consultabile su www.academia.edu.
Ha scritto numerosi racconti (alcuni usciti in "La fragile natura di tutte le cose", 2004), e opere teatrali (in parte raccolte in "Visioni di identità nascoste", 2008), talvolta premiati in concorsi letterari.

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Continuano le truffe telefoniche e aumentano le segnalazioni da parte delle vittime. Si tratta di chiamate mute provenienti dalla Tunisia, con il prefisso +216 e dal Regno unito, con prefisso +44; le chiamate durano pochissimi secondi e anche per chi riesce a rispondere la conversazione resta muta all'altro capo del telefono, se la vittima di turno commette l'errore di richiamare il numero parte la truffa.

Queste chiamate infatti prosciugano il credito telefonico a beneficio dei truffatori, con un costo di circa 2.00 euro al secondo in un solo minuto svuotano totalmente il credito telefonico. In casi di truffe telefoniche come queste, il consiglio principale resta quello di non rispondere e soprattutto di non richiamare i numeri con il prefisso +216, +44 o di altri Paesi stranieri, a meno che non si attendano realmente chiamate dall'estero.

Il modus operandi di questi truffatori è sempre lo stesso: uno, massimo due squilli, per incuriosire la vittima e indurla a richiamare, in quel momento scatta la trappola e il conto si prosciuga in un attimo. Evitare anche di rispondere con messaggi, potrebbero attivare abbonamenti molto cari, allo stesso modo evitare di aprire link ricevuti da numeri sconosciuti, e se necessario bloccare questi numeri sul proprio cellulare.

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Sarà lo scrittore Pino Imperatore ad aprire la rassegna letteraria “Angri che legge” venerdì 13 dicembre, alle ore 19.00, presso “Udì Coffee” in Corso Italia.

L’evento è stato organizzato dai giornalisti Luigi D’Antuono, Pippo della Corte, Agostino Ingenito e Sergio Ruggiero Perrino in nome della “Associazione Giornalisti Angresi”.

La rassegna si articolerà in cinque appuntamenti: si partirà domani sera fino a giungere al mese di aprile con incontri mensili.

Un percorso letterario in cui si alterneranno autori di fama nazionale e scrittori legati al territorio dell’agro nocerino sarnese che avranno modo di incontrare gli appassionati di lettura e raccontare esperienze e aneddoti che avvolgono la genesi di un libro.

“Angri che legge” è una verifica culturale garbata che ci siamo prefissi di sperimentare in un momento delicato per la nostra comunità dove la cultura finisce spesso ai margini dell’attenzione quotidiana - spiegano gli organizzatori – l’obiettivo è di tracciare un solco e contribuire alla diffusione culturale attraverso l’impegno e l’utilizzo di risorse personali e, a tal proposito, ci teniamo a sottolineare che la manifestazione non gode di nessun contributo pubblico ne di eventuali patrocini dell’ente comunale”.

“Con tanto affetto ti ammazzerò”, dello scrittore Pino Imperatore, sarà il primo libro ad essere presentato nel corso della rassegna “Angri che legge”.
Il percorso letterario proseguirà dal prossimo mese di gennaio con la presentazione del libro di Vincenzo Ruggiero Perrino seguito a febbraio dal lavoro letterario di Agostino Ingenito “Tiemp’ belle”.

A marzo è prevista la presentazione dell’ultimo lavoro di Peppe Lanzetta, “Pinotto”, libro dedicato alla memoria del cantautore Pino Daniele.
La prima edizione di “Angri che legge” si chiuderà venerdì 13 aprile con la presenza dello scrittore Pino Aprile, giornalista "meridionalista" più seguito in Italia.

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Chi era il Ten. Roberto Fontanella (1890 - 1917)

Domenica, 10 Novembre 2019 14:32 Pubblicato in Storie angresi
Roberto Fontanella AngriRoberto Fontanella (di Francesco) nacque ad Angri il 7 giugno del 1890 nel rione Ardinghi, con l'inizio della prima guerra mondiale entrò nel Regio Esercito come sottotenente di complemento, fu assegnato al reggimento di Fanteria, nella 567^ compagnia Mitraglieri Fiat, morì in combattimento, a soli 27 anni, il 15 maggio del 1917 in Slovenia, sul Monte Cucco (kuk). 
Roberto Fontanella insieme a migliaia di soldati partecipò a quella che sarà poi ricordata dalla Storia come la decima Battaglia dell'Isonzo, combattuta tra le truppe italiane e quelle austro-ungariche dal 12 maggio al 5 giugno 1917, quando il generale Cadorna diede l’ordine di cessare il fuoco, uno scontro che costò la vita a più di 50.000 soldati italiani, più di 2.000 ragazzi morivano ogni giorno.
 
In quel periodo alla 2a armata, di cui faceva parte Roberto Fontanella, vennero assegnati come obiettivi le colline alle spalle di Gorizia, su cui si erano ritirati gli austriaci; ossia il monte San Marco, il Santa Caterina, il monte Santo, più a nord il Kuk, il Kobilek, il Vodice, alla 3a armata la conquista dei monti Stol e di Hermada, veri capisaldi del sistema difensivo nemico, per aprire la strada verso Trieste. 
La lotta tra i due eserciti andò avanti con alterne vicende, caratterizzata da scontri violentissimi.
 
Mentre nelle vicinanze di Bodrez e sull' altura di Plava (Quota, 383) piccoli attacchi nemici vennero facilmente respinti, aspra e lunga fu la lotta nella zona fra Monte Cucco e Vodice, dove forti forze nemiche, sostenute dal fuoco di numerose batterie, si lanciarono più volte contro le posizioni italiane. Furono costantemente respinte. L'intero baluardo roccioso di Monte Cucco fra Quota 611 e Quota 524, rimase in mani italiane.
 
Durante uno degli attacchi le mitragliatrici nemiche riuscirono a colpire ripetutamente le truppe italiane, uccidendo centinaia di soldati, il ten. Fontanella con immenso coraggio si "attaccò" ad una mitragliatrice, iniziò a far fuoco verso il nemico consentendo a molti italiani di mettersi in salvo, benché posizionato in una zona non sicura e non protetta continuò a fare fuoco fino a quando un proiettile lo colpì alla testa, uccidendolo.
 
Il suo coraggio e il suo sacrificio gli valsero la medaglia d'argento al valor militare con la seguente motivazione:
"Nobile esempio di ardimento e di spirito aggressivo, da una postazione scoperta, con una mitragliatrice controbatteva alcune celate mitragliatrici nemiche, che colpivano d'infilata le nostre truppe. Alle risposte dell'avversario, insisteva con nuove raffiche, finché, colpito a morte da proiettile alla testa, lasciava gloriosamente la vita accancto alla propria arma".
Monte Cucco, 14-15 maggio 1917.

Il suo nome fu dato ad una delle strade di Angri e inciso tra i nomi di altrettanti concittadini angresi caduti in guerra su una delle lapidi marmoree poste sul Monumento ai Caduti. 
 
 Roberto Fontanella Angri

 

 Roberto Fontanella Angri
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Chi era Pasquale Novi (1915 - 1936)

Lunedì, 28 Ottobre 2019 14:25 Pubblicato in Storie angresi

Pasquale Novi - Stadio di AngriPasquale Novi era un giocatore talentuoso e promettente ma il suo amore per la Patria e il desiderio di servire la nazione lo portarono lontano verso un destino crudele che spezzò tutti i suoi sogni.

Pasquale Novi nacque ad Angri il 15 maggio 1915, terzino destro esordì nell'U.S. Angri a soli 19 anni, la sua bravura e il suo talento furono notati sin dalle prime partite, arrivarono presto richieste da team campani e non solo, era conteso da squadre importanti, ma visse in un periodo storico non facile, il regime fascista, che alimentava ideali patriottici, che incisero non poco sulle sue scelte, non esitò a lasciare tutto anche a rischio della propria vita, rinunciò al calcio e ad una carriera prestigiosa, si arruolò come volontario nella Regia Aeronautica e fu assegnato a Capodichino come Sc. R.T. Radiotelegrafista.

Poteva servire l’Italia in un luogo tranquillo e sicuramente più sicuro, ma i suoi ideali andavano ben oltre, per il suo senso del dovere si fece assegnare ai reparti di volo e fu inviato in Africa Orientale.

Il destino fu crudele, i suoi sogni di servire la Patria furono presto infranti, il suo aereo, un bombardiere trimotore, fu abbattuto nei cieli eritrei il 10 marzo 1936, Pasquale Novi morì insieme ad altri cinque giovani.

Gli fu assegnata la medaglia d'argento al valor militare dal Ministero dell'Aeronautica e sempre nel 1936 gli fu intitolato lo Stadio Comunale di Angri e il piazzale antistante.

Le sue spoglie rimasero però per molto tempo lontane dall'Italia e solo grazie al desiderio della sua famiglia nel 1965 i suoi resti furono traslati e portati ad Angri.

L’intera comunità angrese attendeva il rientro di quel figlio speciale, fu vegliato per 48 ore da parenti, amici, autorità, sportivi e sconosciuti anche dai paesi limitrofi, tutti ad onorare un giovane calciatore partito come volontario e morto per servire la propria Patria.

Una città intera pianse il suo giovane coraggioso e valoroso soldato, le sue spoglie furono portate in corteo per le strade di Angri e oggi riposano nel cimitero comunale; il suo nome è inciso sul monumento ai caduti di Piazza Doria tra i valorosi soldati angresi.

 

“… ardito e pieno di entusiasmo: volontario in A.O.I., nonostante fosse impegnato per la manutenzione degli apparecchi a terra, chiedeva insistentemente di partecipare ad azioni di volo. In spedizione di bombardamento sul territorio nemico si distingueva per calma ed ardimento. Mentre volava verso lontano obbiettivo, al suo posto di dovere, perdeva gloriosamente la vita”.

Medaglia d'argento al valor militare

 

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il Brigadiere Gioacchino d'AnnaGIOACCHINO D'ANNA nacque a Casoria il 29 novembre 1936, nel 1975 era in servizio nella città doriana ormai da tre anni, in quel periodo era il comandante interinale della Stazione dei Carabinieri di Angri.

Gioacchino aveva 39 anni ed era sposato con Carmela Mirra, avevano 5 figli e il sesto in arrivo, Annunziata (12 anni), Bianca (10), Maria (9), Giuseppe (6) e Carla (3), avevano sempre sognato una famiglia numerosa.

La mattina dell'8 settembre 1975 intono alle 11:00 quattro uomini armati e mascherati salirono al quarto piano del Palazzo Falcone in via Adriana, bussarono alla porta della chiromante D'Amaro, ad aprire furono le due figlie, i 4 erano lì per una rapina, spietati e senza scrupoli rubarono oro, gioielli e oggetti di valore.

In quella che era fino a quel momento una tranquilla mattinata si sentirono urla e rumori, il brigadiere Gioacchino d’Anna stava rincasando dal lavoro, abitava insieme alla sua Famiglia al primo piano di quel palazzo, sentite le urla iniziò a salire per le scale, era suo dovere intervenire, nel frattempo due dei quattro malviventi iniziarono a scappare giù per le scale, si imbatté nei due uomini che gli puntarono contro le armi. Il brigadiere non esitò a lanciarsi sull'uomo col fucile, dopo una violenta colluttazione riuscì a disarmarlo e a immobilizzarlo ma il complice gli sparò alla schiena, colpito, cadde, benché ferito continuò a lottare affrontando anche il secondo bandito, Gioacchino e il malvivente avvinghiati rotolarono per le scale fino al pianerottolo del I piano dove il bandito sparò ancora, colpendo nuovamente Gioacchino.

I due uomini fuggirono, tentando di scappare sulla Mini Minor con cui erano arrivati ma non ci riuscirono e furono costretti a scappare a piedi, i condomini avevano capito tutto e avevano lanciato di tutto (anche vasi) sull'auto, con un quinto complice, sfondandone il parabrezza, il brigadiere Gioacchino d’Anna morì poco dopo lasciando nella disperazione la moglie e i cinque figli. Gioacchino aveva tutto da perdere ma non esitò un attimo, era suo dovere non poteva girarsi dall'altra parte, non poteva far finta di niente, il suo coraggio spezzato dalla ferocia, dopo alcuni giorni e dopo ricerche estenuanti i banditi furono arrestati.

A testimonianza del suo eroismo, in suo onore la città di Angri gli dedicò la strada con due lapidi marmoree (poste all'estremità della via) con la medesima iscrizione:

VIA

GIOACCHINO D'ANNA

BRIGADIERE DEI CARABINIERI

MEDAGLIA D'ORO AL VALORE CIVILE

CADUTO ERICAMENTE IN ANGRI

L' 8.9.1975

 

Fu insignito della Medaglia d'oro al valor civile e della medaglia d'argento al valor militare con le seguenti motivazioni:

"Richiamato dalle grida provenienti da un appartamento, ove cinque banditi armati e mascherati stavano perpetrando una rapina, si dirigeva, senza indugio, verso l'abitazione. Giunto sulle scale veniva affrontato da uno dei malviventi e, benché minacciato con un fucile a canne mozze, non esitava, con eccezionale ardimento e cosciente sprezzo del pericolo, a slanciarsi sul rapinatore. Dopo una violenta colluttazione riusciva a disarmarlo e a immobilizzarlo, ma, fatto segno a colpi d'arma da fuoco, proditoriamente esplosi da uno dei complici, cadeva mortalmente ferito, immolando la propria vita ai più nobili ideali di grande eroismo. Fulgido esempio di elette virtù civiche e di assoluta dedizione al dovere spinta fino all'estremo sacrificio."

D. P. R. 15 ottobre 1975

Medaglia d'Oro al Valor Civile "alla memoria"

"Comandante interinale di Stazione distaccata, nel corso di servizio isolato, richiamato da grida provenienti da caseggiato dove era stata perpetrata una rapina, irrompeva, senza esitazione, nel fabbricato, imbattendosi in quattro malfattori armati e travisati, contro i quali si lanciava con coraggiosa determinazione e cosciente sprezzo del pericolo. Avvinghiatosi a uno dei malviventi, armato di fucile, nel disperato tentativo di bloccarne la fuga riusciva, dopo violenta colluttazione, a disarmarlo, ma nell'impari lotta veniva ferito mortalmente con due colpi di pistola da altro correo. Esempio di elette virtù militari e di alto senso del dovere."

Medaglia d'Argento al Valor Militare "alla memoria"

 

Un Grande Uomo, un eroe, la sua dedizione al dovere e il suo coraggio, sino all'estremo sacrificio di morire per il prossimo, esempio di virtù nella vita e nel lavoro quotidiano.

Recentemente, il 19 maggio 2015, gli è stata intitolata la Caserma sede del Comando Stazione Carabinieri di Napoli Capodimonte.

 

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Palio Storico di Angri: 12 e 13 ottobre 2019

Venerdì, 11 Ottobre 2019 13:28 Pubblicato in Eventi

La manifestazione rievocativa dei fatti legati alla cittadella fortificata di Angri del 1421-1425 e del 1428-36, è pronta a vivere altri due giorni di rievocazioni e tornei,
per determinare il borgo o il casale vincitore dell'edizione 2019. 

L’edizione 2019 del Palio Storico si prepara a vivere l'ultimo emozionante week end. Un'edizione fortemente voluta dalla gestione commissariale del Comune di Angri, nella persona del dott. Alessandro Valeri e della dott.ssa Rosaria Violante, che hanno lavorato affinché si ritrovasse unione tra le varie associazioni. Alla fine hanno assicurato pieno supporto all'associazione dei Cavalieri di San Giuda Taddeo, che ha gestito l'organizzazione delle quattro serate. Sabato e domenica saranno dedicati all'elezione della "Regina dei Borghi" e alla "Giostra dei cavalieri", con cavalli e cavalieri che a colpi di lance difenderanno i colori dei Borghi e dei Casali di Angri, determinando il vincitore del Palio 2019.

Questo il programma:

  • Sabato 12 ottobre alle ore 20.30 si svolgerà al Castello la sfilata e l’elezione della Regina del Palio.

  • Domenica 13 ottobre alle ore 16 uscita della Regina dal Castello ed inizio del “Corteo Storico” con figuranti, musici e sbandieratori. Il corteo percorrerà piazza Doria, via Zurlo, via da Procida, via Amendola, piazza San Giovanni, vicolo Rodi, per terminare nell'area di certame di Fondo Caiazzo.

  • Alle ore 17.30 inizierà la “Giostra dei Cavalieri”. Il torneo tra sei cavalieri in rappresentanza dei Borghi e dei Casali di Angri, che si contenderanno la vittoria del Palio e la conquista della “Spada di Zurolo”.

    Alle ore 20.30 si svolgerà la cerimonia di premiazione, mentre alle ore 21 i festeggiamenti si concluderanno con un concerto musicale e fuochi d’artificio.

  • Le serate del 12 e 13 ottobre saranno caratterizzate dalla sagra gastronomica al Castello. Prodotti tipici e bevande per vivere il medioevo ed assaporare la tradizione.
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Alfonso Negro calciatore angrese oro alle olimpiadi di berlino 1936Alfonso Negro nacque a Brooklyn da genitori Angresi il 27 giugno del 1915. Dopo alcuni anni dalla sua nascita la famiglia decise di ritornare in Italia, ad Angri, dove visse la sua adolescenza, a soli 15 anni, nel 1930 iniziò a giocare a calcio nell'Angri, era un attaccante schierato prevalentemente come interno; a 18 anni ebbe il suo primo ingaggio nella Catanzarese, in Serie B, dove collezionò 23 presenze e 6 gol.

Le sue doti non sfuggirono agli osservatori della massima divisione e nel 1934 fu acquistato dalla Fiorentina del presidente marchese Ridolfi per una cifra, allora ritenuta folle, 40 mila lire. A Firenze il giovane attaccante visse gli anni più belli della sua vita. Ebbe amicizie con i più celebrati campioni dell’epoca: da Meazza a Piola, da Ferraris ad Orsi. Nel campionato di Serie A ‘34-35 mise la sua firma, con tre presenze, in uno dei migliori campionati disputati dalla squadra gigliata prima della guerra, chiudendo la stagione al terzo posto.

L'anno successivo Negro giocò altre tre partite, andando a segno contro la Lazio del grande Piola, a Firenze, tra il 1934 e il 1938, giocò 52 partite segnando 5 goal.

Sempre a Firenze iniziò la sua carriera da medico, frequentando l'Università di medicina ginecologica e ostetricia; nel 1936 venne selezionato per rappresentare l'Italia ai giochi olimpici di Berlino.

Chiamato dal Commissario tecnico Vittorio Pozzo (campione del mondo nel '34) che selezionò i migliori giocatori provenienti dal mondo universitario, il 10 agosto 1936 Alfonso Negro segnò un memorabile goal nella semifinale contro la Norvegia (2 a 1 per l'Italia)

L'Italia scese in campo con questa formazione: Venturini, Foni, Rava, Baldo, Piccini, Locatelli, Frossi, Marchini, Bertoni I, Biagi, Negro.

A Berlino il 15 agosto 1936 l'Italia affrontò l'Austria in finale, vincendo per 2-1, l'Olimpiade del 1936 è ancora oggi l'unica vittoria olimpica della Nazionale di calcio italiana.

Nella stagione 1938/39 passò al Napoli, nelle stagioni napoletane giocò 23 partite segnando 3 goal.

Nel 1940 si laureò in medicina, in quello stesso anno con l'entrata dell'Italia nella Seconda guerra mondiale, venne arruolato nell'Esercito come tenente medico, inviato sul fronte greco-albanese, prima nel 37° Battaglione mortai della Divisione Modena e poi negli ospedali da campo n. 209 di Gianina (Albania) e n. 316 di Atene, seppe farsi valere per le sue qualità professionali e umane. Durante la guerra seppe distinguersi nell'organizzazione di manifestazioni sportive per i soldati al fronte, organizzò un incontro di calcio tra il Regio Esercito e il Wehrmacht (Forze Armate tedesche) allo Stadio Panatenaico di Atene.

Nel dopoguerra continuò con la professione calcistica insieme a quella di ginecologo, approdò all'Ercolanese, rimase ad Ercolano fino al 1972, vivendo pienamente la vita sportiva, sociale, umana e politica della città, fu anche nominato assessore allo sport.

Negli anni '80 ritornò a Firenze, dove morì il 7 novembre 1984 a soli 69 anni d'età.

 

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